La Pastorale Gallipolina

Dal 15 ottobre e fino alla Befana, la Pastorale, composizione musicale di anonimo, echeggerà per stradine, corsi e vicoli della città. Essa scandisce le tappe del periodo natalizio, che ha inizio
appunto dal giorno che la chiesa dedica a Santa Teresa d’Avila.
Tra gli scritti di Santa Teresa quasi tutti in onore del bambino Gesù, vi è una composizione: «Nella notte di Natale» nella quale, come scrive Elio Pindinelli in un opuscolo sulla festa del Natale a Gallipoli, «è possibile leggere un qualche riferimento al nostro anonimo componimento musicale e alla tradizionale sortita popolare dei musicanti esecutori”
L’immaginazione popolare ha poi fatto il resto, attribuendo alla santa il desiderio espresso sul letto di morte di ascoltare la pastorale gallipolina.
Un po’ di anni addietro, ultimata la funzione religiosa, nella chiesa di Santa Teresa le carmelitane del convento intonavano i canti natalizi e ai fedeli venivano distribuite attraverso “la ruota” le “pitteddre ccu lu mele”, quale dono del bambino Gesù.
Le note della Pastorale, eseguite all’organo, facevano da sottofondo e si dava ufficialmente inizio al ciclo natalizio, anche se canonicamente l’Avvento comincia solo quattro settimane prima del Natale.
Questa musica, di autore ignoto, che dona all’evento una magica atmosfera, è stata trasmessa di generazione in generazione oralmente, a memoria.

La si può tranquillamente considerare la colonna sonora dell’intero periodo natalizio gallipolino.
La pastorale gallipolina viene eseguita preferibilmente nelle vigilie di Santa Cecilia (22 novembre) , Sant’Andrea (30 Novembre), Immacolata, (8 Dicembre), Santa Lucia (13 dicembre).
Forse la Pastorale è la tradizione che più resiste a qualsiasi trasformazione della nostra società.

Prima che la città si stendesse a macchia d’olio, di notte, un’orchestra composta da artigiani, pescatori, impiegati girava per le vie del borgo antico effondendo nell’aria gelida sferzata dalla tramontana, una dolce nenia.
La Pastorale, prevalentemente eseguita con gli strumenti a corda, veniva suonata fino alle prime luci dell’alba da queste compagnie di musicanti, tra i quali vi erano “Titta Campa”, mesciu Ninu Trumbetta e Lu Clatinoru.
E così, le luci delle case si accendevano, le porte si aprivano e si musicanti, invitati ad entrare nelle case, si scaldavano, assaggiando i dolci natalizi, fatti in casa e sorseggiando un bicchierino di anice e rosolio, generosamente offerti loro.

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